Le uve: 100% Schiava Gentile
Il vigneto: L’uva Schiava gentile, matura in terreni sabbiosi di origine alluvionale.
La vinificazione: Subito pigiata e diraspata, è stata sottoposta, prima ad una macerazione pre-fermentativa a freddo a contatto con le bucce per 72 ore, quindi a vinificazione in bianco con fermentazione a temperatura controllata di 18° C.
La maturazione: Si affina in acciaio per 5 mesi.
Il vino: Vino di limpidissimo e brillante colore cerasuolo. Il profumo gradevolmente fruttato e floreale ricorda le ciliegie e la viola mammola. Il sapore è rotondo ed equilibrato ed il retrogusto fresco con una morbida presenza di tannini ed un piacevole sentore di mandorla amara.
Dati analitici all’imbottigliamento:
- Alcool 12,30% Vol;
- Acidità totale 5,10 g/l;
- pH 3,30
Abbinamenti gastronomici: Accompagna idealmente antipasti, affettati, “carne salada”, baccalà, carpaccio, carni bianche e carni lesse.
Temperatura di servizio: 12°-13° C
Intorno al XIII secolo erano definite viti “sclave” quelle varietà coltivate a basso ceppo lungo i filari e legate ad un sostegno “morto”, di solito un palo o un albero, in molti casi il gelso oppure il melograno.
Schiave dunque perchè “vincolate al sostegno”, anche se altri studiosi sostengono che l’origine del nome sia da attribuire al fatto che questa varietà sia giunta in Italia dai paesi slavi: “schiava” in questo caso deriverebbe da “slava”.
La classica “pergola trentina” è indispensabile alla Schiava, ceppo molto vigoroso e che deve essere adeguatamente controllato, anche attraverso opportune potature, sia a secco che sul verde. E che non si adatterebbe a sistemi diversi. Pare che il nome Schiava derivi proprio dal modo di coltivare questo vitigno e cioè alla particolare tecnica di potatura e alla legatura dei tralci che sembrano costringere la pianta ai sostegni come una schiava.